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Cosa resti dei vetri è quesito tutt’altro che retorico e in ogni caso allusivamente polisemico […] Del libro d’esordio della modenese Elisa Nanini, invece, si sa bene cosa resta, dopo averlo letto: un’acquisizione permanente di consistency, per dirla con l’Italo Calvino delle estreme Lezioni americane, vale a dire di tenuta autentica della tessitura che intreccia le sue singole componenti, le tre sezioni nelle quali il macrotesto è suddiviso e queste tra loro. Non ne affiorano, infatti, parti inerti né immagini o metafore fini a se stesse: tutto concorre semmai a un’unità d’insieme. Ed è tanto più rilevante, tale esito, se si tiene nella dovuta considerazione il gioco prolungato di specchi e di sottili (auto)inganni retorici cui l’autrice sottopone i lettori, inscenando un’ingenuità espositiva che in realtà non appartiene affatto alla sua esperienza di lettrice e di spettatrice raffinata e onnivora della poesia tanto in pagina quanto in scena. Alla fine del suo percorso tutto allegorico vien da pensare semmai a un’Alice nel Paese delle Meraviglie pienamente contemporanea, col suo istinto lasciato affiorare solo di tanto in tanto e sottilmente venato di una crudeltà che attraversa operazioni percettive portate a discendere fino agli abissi più indicibili del sentire umano e capaci di condurci dentro quel territorio vischioso, onirico e per questo tremendamente vero che si colloca ben «oltre lo specchio»:
Aria di freddo/ sulle pietre avvelenate,/oltre l’animale che fa volare/ la vita con le sue ali sconsacrate…
Elisa Nanini (Modena, 1994) laureata in Lettere moderne all’Università di Bologna, sta proseguendo gli studi umanistici in Italianistica, Culture letterarie europee, Scienze linguistiche all’interno del medesimo ateneo. I suoi versi sono stati selezionati nello spazio La bottega di Poesia de La Repubblica, edizione di Bologna (maggio 2019), e in occasione dei concorsi poetici Mosse di Seppia Cafè Vol. V (2019) e Rimalmezzo (2020).
anno: 2020
pagine: 64
formato: 12,5×16,5 cm
ISBN: 978-88-32116-56-4