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Negli ultimi quattro anni di vita (1890-1894) Robert Louis Stevenson scrisse al proprio editor e miglior amico Sidney Colvin lettere dall’isola di Samoa, dove si era stabilito dopo un’«odissea nei mari del Sud». Egli stesso parla di queste pagine come di una specie di libro, di diario; e Colvin dice che vi si ritrovano l’entusiasmo e il linguaggio di un uomo che rimase nello spirito un ragazzo, fino alla fine; le soddisfazioni e le preoccupazioni di un proprietario di piantagioni che costruisce la propria casa sul suolo vergine di un’isola tropicale; i piaceri di un malato che riprende, dopo anni, la vita all’aperto e gli esercizi fisici; le fatiche e le gioie, i fallimenti e i successi di uno scrittore instancabile e incontentabile; infine, le osservazioni di uno studioso a diretto contatto con la vita e i costumi degli indigeni e le acute osservazioni sulla situazione politica delle isole, in cui lo scrittore si rivelò intelligente mediatore.
Caro Colvin, che vita dura, interessante e meravigliosa conduciamo adesso. Il posto dove stiamo è in una profonda spaccatura del monte Vaea, circa seicento piedi sopra il livello del mare, immerso nella foresta, la nemica che ci strangola e che combattiamo con le accette e con i dollari. Io mi ero buttato come un pazzo a lavorare all’aperto e alla fine ho dovuto confinarmi in casa, altrimenti la letteratura andava a farsi friggere. Non c’è niente di più interessante che strappare erbacce, disboscare, tracciare sentieri; sorvegliare i braccianti diventa una malattia; bisogna fare uno sforzo per non trasformarsi in agricoltore, e ti fa sentire così bene. Tornare a casa coperto di fango, zuppo di sudore e di pioggia dopo ore passate nella macchia, cambiarsi, darsi una ripulita e sedersi sulla veranda ti procura il piacere di una coscienza tranquilla. E la cosa strana che noto è questa: se esco di casa e guadagno sei pence, stressando i braccianti e lavorando con vanga e coltellaccio, quell’idiota della mia coscienza mi applaude; se me ne sto seduto in casa e di sterline ne guadagno venti, l’idiota mugugna e mi rimprovera per la mia negligenza e la giornata perduta.
Robert Louis Stevenson (1850-1894) è uno degli scrittori più amati di sempre, autore di alcuni capolavori della narrativa come L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, di racconti, di saggi letterari, di straordinari resoconti di viaggi e di poesie.
anno: 2022
pagine: 336 + inserto illustrato
formato: 14×21 cm
ISBN: 978-88-98420-44-5