Il colore della gente

Non è alla ricerca estetica che si è rivolto Mercadante né dobbiamo rivolgerci noi, ma, al contrario dobbiamo volgere l’attenzione alla sua
essenza formale e alle possibilità che questa innesca a livello interpretativo; e in questo senso più versioni sono disponibili e più il fotografo avrà la sicurezza di aver fatto un buon lavoro. Questi passaggi ascendenti compongono quello che si definisce climax. Mercadante lo ha raggiunto e, proprio come ogni fotografo, ce lo propone alla visione, perché anche noi possiamo godere di quell’aria festosa con cui ogni
fotografia è circonfusa.

(Giuseppe Ciccozzetti)

A chi osserva gli scatti raccolti nel progetto fotografico Il colore della gente giungeranno immediate e spontanee, quasi inevitabili, suggestioni, impressioni, echi portati dai soggetti ritratti, dai tagli di luce, dal dinamismo di un istante còlto nel suo divenire. Perché Francesco Mercadante, attraverso la scelta di ciò che ritrae e la tecnica fotografica che esplora, approda all’inesauribile miniera
dello studio del colore, e lo fa con la cifra che fu di avanguardie e movimenti artistici quali l’Impressionismo o il Fauvismo,
che col colore e con la luce seppero imbastire la loro rivoluzione.

(Enzo Crispino)

Francesco Mercadante ci trasporta in un silenzio abbacinante in cui i colori prevaricano le forme e tutto ciò che vediamo si fa specchio della nostra
anima: queste fotografie ci dicono quanto sia urgente il dialogo, importante la gentilezza, indispensabile l’attenzione e l’ascolto dell’altro, vorremmo dire, del prossimo. Il colore della gente, allora, è il senso del nostro vivere civile, il nodo che ci fa essere animali sociali: l’origine e il fine della convivenza. E come il più inafferrabile dei segreti, il colore della gente in sé non esiste, non lo possiamo definire, nel suo essere un mosaico in cui le tessere cambiano posto e sfumatura ogni giorno, ogni istante, man mano che incrociamo un nuovo sguardo, scorgiamo un altro gesto, ci accorgiamo del diverso ritmo del passo di ciascuno di noi.

(Andrea Casoli)