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Con la raccolta di racconti L’anticamera del cielo Edoardo Tincani esordisce nella narrativa. Molte di queste storie nascono dall’esperienza del giornalista che non riesce ad appagarsi della cronaca e cerca di andare oltre, sia nella dimensione della narrazione sia nella ricerca di significato. Si tratta di racconti eterogenei, il cui stile è giocoforza diversificato, passando dalle tinte noir a quelle dell’introspezione psicologica, in primo piano i legami personali, le sorprese degli affetti e la ricerca della spiritualità. «Sembra di poter dire» scrive Clementina Santi nella prefazione al libro, «che i confini, proprio in quanto limiti, vadano comunque molto stretti a Edoardo Tincani e proprio nei luoghi di confine sono ambientati i racconti più profondi, dove la terra e il cielo si toccano e si confondono l’uno nell’altra e i vivi possono continuare a parlare con i morti, in una dimensione pascoliana e cristiana insieme, che mi pare sia molto cara all’autore. Accade in una piccola cappella solitaria in montagna che porta ancora i segni del terremoto, in cui il tempo sembra essersi fermato e un’anziana signora viene ogni giorno per continuare il dialogo con il defunto marito (Pensieri di una vedova). Accade anche in L’anticamera del cielo, il racconto che non a caso dà il titolo al libro: un paesaggio di memoria dantesca popolato da un'”assemblea di anime” che possono scendere sulla Terra e stare ancora un po’ con i vivi, prima di salire per sempre nell’aldilà, e parlare con loro e consolarli. Accade, infine, nel racconto Amori di un astronomo, un áition come La chioma di Berenice, in cui ogni sera e ogni notte si ripete un dialogo d’amore tra la Terra e le galassie, tra un astronomo e la sua stella, una giovane stella «che poteva avere poco di più di tre milioni di anni» e che porta il nome di una donna che gli aveva fatto toccare un universo sconosciuto, dove aveva capito fin da subito “che gli sarebbe piaciuto vivere per sempre”.
Le mani le tremano leggermente, è un fremito che non si calma e non peggiora. Giorgia dev’essersi addormentata in macchina, poco più di un’ora fa, a giudicare dal telefono, che nel frattempo è rimasto muto. Alle tre e venti di notte sente che avrebbe un disperato bisogno di dormire, ma glielo impediscono il mal di testa e il ricordo di una brutta serata. Sorride nervosamente, quasi rassegnata: sarebbe una notte da dimenticare, perché il comportamento di Alessandro è stato inqualificabile e stavolta la loro storia è finita per sempre, non si farà abbindolare di nuovo. E invece capisce che ha bisogno di ripensarci, per farsene una ragione. Poi verrà, finalmente, il momento di non pensarci davvero più. Nella giacca a vento aperta sul vestito elegante, sui tacchi alti, ancora stordita e intorpidita, Giorgia esce dalla macchina. Ha parcheggiato il suo Suv quasi sotto casa. Attraversa un pezzo di via deserta fendendo l’aria ghiacciata e respirando con la bocca a tiri corti, si gira a guardare la curva bagnata dall’umidità notturna, chissà che lui — ora vuole negargli anche la dignità del suo nome, che si vergogni per quello che ha fatto! — non sbuchi sgommando per supplicarla scioccamente, o per tenderle un’altra trappola e costringerla a salire in casa insieme.
Edoardo Tincani, giornalista e scrittore, dirige il settimanale cattolico di Reggio Emilia La Libertà e cura il blog edoardotincani.it. Tra le pubblicazioni più recenti i libri Di luci e di ombre scritto con il vescovo Massimo Camisasca (Aliberti, 2019) e Battutario casa e chiesa (Consulta librieprogetti, 2020). Come cantautore, il suo disco Compagni di viaggio (2022) è disponibile in cd (Edizioni San Lorenzo) e su Spotify.
anno: 2022
pagine: 124
formato: 14x21cm
ISBN: 979-12-80824-09-7