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Filastrocca eccola qua
due suonatori che devon suona’,
sono i più pigri e scioperati
ma l’editore li tiene pressati.
“Ho venduto libri millanta!”
dice a destra e poi anche a manca,
“il libro dell’albero ce l’hanno tutti,
fatene un altro pei belli e pei brutti!”
Dopo sei mesi e sette contratti
sono partiti assai soddisfatti,
in giro sui monti e sulle colline
a intervistare vecchi e vecchine.
“Signora, signorina bella,
avete per noi una storiella?”
“Ma sì, ma certo, bei giovanotti,
ne canto sempre tutte le notti,
venite, presto, da me in cucina,
che ve ne canto una dozzina!”
E così via, giù nella bassa
fermano ogni donnina che passa,
parton da Carpi un bel mattino
poi a Nonantola e a Ravarino,
Crevalcore, Finale e San Felice,
e alla Bastiglia qualcosa si dice;
Mirandolina, Bomporto e Redù,
fino a che non ne possono più.
“Sentite questa bei giovanotti,
viene un fantasma tutte le notti,
compare sempre dopo la cena
non è un mostro ma è la Lena;
poi se soltanto un poco ci penso
mi viene questa, priva di senso!”
“Grazie, ma grazie, che meraviglia!
Sembra di essere in una quadriglia.”
E via che partono sulla lambretta
per altre storie in tutta fretta.
Si fermano poi solo un momento
vicino a Modena, forse a Cognento.
C’erano storie di fiori e di fate
come nessuno le ha mai raccontate,
non c’era una zucca come carrozza,
ma un bel giglio che odora e che sboccia.
Sempre più allegri ed incantati
verso i monti si sono avviati.
Sassuolo, Roteglia e Castellarano,
Cerredolo, Baiso e poi a Toano,
arrivano a Gombola verso le tre
che c’era la Fiera di Mastr’Andrè!
Ma senti che storie, quanti strumenti
cuccagna e balocchi, tutti contenti,
si mangiano un frutto e una castagna
poi parton spediti, direzione montagna.
Lama Mocogno, Pavullo e Cogorno
ci sono arrivati prima di giorno,
Piandellavalle, Barigazzo e la Borra,
in un’osteria giocano a morra.
Poi via di corsa tutto in un fiato,
arrivan persino a Riolunato,
lì c’era un fiore di musicista
che li aspettava a prima vista,
in un momento, in una botta,
gli regala un elfo e una grotta.
Poi Montecreto, Acquaria e Magrignana,
era passata una settimana,
ma nel sol volgere di una mezz’ora,
imparano anche la mosca e la mora.
“Ma che goduria, che allegria”
pensavano insieme lungo la via,
finché a un tratto, un fresco mattino,
si ritrovano sull’Appennino.
“Presto andiamo, non ti fermare,
là in fondo, nascosto, c’è anche il mare.”
Via di corsa, giù per la via
giungono presto alla Badia.
Castelnovo, Mezzano e poi alla Lima,
ci arrivano presto, più presto di prima,
fino a che, con grande foia,
arrivano alfine anche a Pistoia.
C’era un signore più brutto che bello,
che gli racconta di Lisetta e l’anello,
e poi gli narra con grande pena
la storia dell’anatra e della sua cena.
Passano i giorni e le settimane
in mezzo a racconti e a storie strane.
“Forse è l’ora di ritornare”
dicono i due senza scherzare,
e ancora una volta via di fretta
saltano in groppa alla lambretta!
Alle Radici e a San Pellegrino,
giungono infine un presto mattino,
c’era un pastore, un tipo losco
con una pecora in mezzo al bosco.
“Via di corsa, fuggiamo la sorte,
si sente aria di guai e di morte!”
Villa Minozzo, Casina e Viano
Canossa e San Polo, fino a Ciano,
Bibbiano, Rubiera e poi a Scandiano
giungono a Carpi più lenti che piano.
Si appisolano infine sotto ad un melo,
quattro stelline erano in cielo,
musiche, canti parole e racconti
eran finiti, erano pronti,
erano lì, sulle labbra e la bocca,
eccola qua la filastrocca.
(Fabio Bonvicini, Gianluca Magnani)
anno: 2020
pagine: 32
formato: 24×17 cm | Libro + CD
ISBN: 978-88-32116-53-3
Esaurito